Cos'è

L'influenza è una malattia respiratoria acuta dovuta alla infezione da virus influenzali. È una malattia stagionale che si verifica durante il periodo invernale.

Come si trasmette: i sintomi dell’influenza possono essere provocati, oltre che dai virus influenzali, anche da molti altri virus che provocano affezioni del tutto indistinguibili, dal punto di vista clinico, dall'influenza (Adenovirus, Rhinovirus, virus sinciziale respiratorio etc.).
A fini epidemiologici il termine influenza viene riservato ai soli casi clinici di cui è disponibile la conferma laboratoristica della presenza del virus influenzale mentre tutte le altre manifestazioni vengono ricomprese nel termine “sindrome influenzale” (equivalente all’inglese I.L.I: Influenza Like Illness) definita come “affezione respiratoria acuta ad esordio brusco ed improvviso con febbre maggiore o uguale di 38° C accompagnata da almeno un sintomo sistemico (cefalea, malessere generalizzato, sudorazione, brividi, astenia) e da almeno uno dei seguenti sintomi respiratori: tosse, mal di gola, congestione nasale”.

Il virus influenzale, generalmente acquisito attraverso il contatto con altre persone infette, si trova sia nella saliva, sia nel muco delle vie respiratorie e può penetrare nell'organismo attraverso le mucose (bocca, occhi e naso). Il virus può essere trasmesso per via aerea dal momento del contagio fino ai tre-quattro giorni successivi ai primi sintomi che si manifestano a distanza di uno-quattro giorni dall'infezione. Questo significa che il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane. Si diffonde molto facilmente negli ambienti affollati.

Alla base della epidemiologia dell'influenza vi è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a modificare continuamente le proprie caratteristiche immunitarie riducendo in questo modo l’effetto protettivo dovuto alle pregresse infezioni.
Per questo motivo la composizione del vaccino deve essere aggiornata tutti gli anni e, periodicamente, possono presentarsi varianti virali modificate a tal punto da comportare il rischio di una rapida diffusione dell’infezione a tutta la popolazione mondiale (pandemie) con conseguenze sanitarie più o meno gravi.
Le ultime pandemie sono avvenute nel 1918 (Spagnola, sottotipo H1N1), nel 1957 (Asiatica, sottotipo H2N2) e nel 1968 (Hong Kong, sottotipo H3N2).
Nel corso del 2009 una nuova variante del virus influenzale (H1N1) ha manifestato per capacità e rapidità di diffusione un comportamento di tipo pandemico pur determinando modesti effetti in termini di incidenza e mortalità.
In tutto il mondo sono stati messi a punto specifici piani pandemici  e interventi mirati a prevenire la diffusione del contagio e a limitare il suo impatto sanitario. Anche il Piemonte ha realizzato, sulla base di un proprio piano regionale per le emergenze infettive (vedi sotto), una serie di interventi per la prevenzione dell’infezione H1N1.

Le evidenze scientifiche disponibili (provenienti da una serie di revisioni sistematiche prodotte dalla Cochrane Collaboration) segnalano un’efficacia complessivamente modesta di tale intervento.

Vaccinazione adulti (15-65)
Nella popolazione adulta sana l'efficacia preventiva del vaccino inattivato parenterale nei confronti della sindrome influenzale (ILI) è stimata essere del 30% (95%CI 17 – 41), qualora vi sia una buona corrispondenza (matching) tra i ceppi contenuti nel vaccino e quelli circolanti. In mancanza di tale condizione il vaccino non sarebbe significativamente protettivo nei confronti delle ILI.
L'efficacia preventiva nei confronti dell'Influenza (accertata clinicamente e confermata da risultati di laboratorio) è del 74% (95%CI  54-84) in presenza di un buon “matching”, mentre si abbassa al 44% (95% CI 23-59) quando i ceppi vaccinali sono geneticamente differenti  da quelli circolanti.
La vaccinazione non ha effetto rilevante sui giorni di lavoro persi e sulla durata dei sintomi.

Vaccinazione bambini (0-15)
L'efficacia della somministrazione del vaccino inattivato parenterale è del 58-59%  nel prevenire l'influenza con conferma di laboratorio. In base alla poche evidenze disponibili, non si osserva  una significativa efficacia protettiva negli individui di età inferiore ai 2 anni.
Nei confronti della sindrome influenzale (ILI) l'efficacia, determinata sulla base di 5 trials clinici randomizzati e 10 studi di coorte condotti rispettivamente su 19388 e 11762 soggetti, è stata del 36%-45%. Non esistono evidenze riguardo alla popolazione di età inferiore ai 2 anni.

Vaccinazione anziani (>65)
Negli anziani istituzionalizzati l'efficacia del vaccino nel prevenire le ILI è del 23% (6-36) in condizioni di “matching” buone, mentre non sarebbe significativa in caso diverso. Non si è osservata un’efficacia preventiva significativa nei confronti dell'influenza.
La vaccinazione sarebbe moderatamente efficace (46%) nel prevenire le polmoniti in caso di buona corrispondenza tra i ceppi vaccinali e quelli circolanti, mentre non sarebbe significativamente efficace nel prevenirla qualora i ceppi vaccinali e quelli circolanti fossero geneticamente differenti.
Globalmente, nella popolazione anziana non istituzionalizzata la vaccinazione non fornisce una protezione significativa nei confronti di ILI, influenza e polmonite.

Uso profilattico degli antivirali
Bambini
Non ci sono evidenze riguardo al trattamento profilattico con Inibitori delle Neuraminidasi

Adulti
L'efficacia profilattica del trattamento con Amantadina nei confronti dell'influenza A è globalmente del 61% (35-76)

Zanamivir e Oseltamivir non sono significamente efficaci nella profilassi contro le ILI in nessuno dei dosaggi sperimentati.
Il trattamento con oseltamivir (75mg/dia) è efficace al 76% (52-88) nel trattamento profilattico contro l'influenza sintomatica. Una stima analoga (73% ; 33-89) è stata determinata per il dosaggio più alto (150 mg/dia).
Il trattamento con Zanamivir (10mg/dia inalato) ha un'efficacia del 67% nel prevenire l'influenza sintomatica. La somministrazione intranasale (0.32mg/dia) unita al trattamento combinato non avrebbe una significativa efficacia preventiva (1 RCT, N=194).

Interventi aspecifici di profilassi
Di sicuro interesse preventivo sono le dimostrazioni di efficacia disponibili riguardo ai cosiddetti interventi aspecifici di profilassi che possono essere considerati quali azioni preventive complementari.
L’efficacia protettiva nei confronti della sindrome influenzale dei vari interventi è così classificabile:

  • Lavaggio mani  (10 volte/die) 55%
  • Uso di mascherine 68%
  • Uso di Maschere N95 91%
  • Guanti 57%
  • Camice 77%
  • Combinato (Mani+Guanti+Camice) 91%
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