L’infezione da HIV/AIDS rappresenta ancora una dei principali problemi di sanità pubblica in Piemonte sia per numerosità sia per gravità degli stessi. I suoi determinanti sono prevalentemente legati a comportamenti sessuali (rapporti sessuali non protetti) che non vengono adeguatamente percepiti come rischiosi.
Dal 1999 l’infezione da HIV ha riguardato circa 4.000 in Piemonte, circa 300 all’anno. Le persone che vivono in Piemonte con l’infezione da HIV/AIDS, sono circa 7.600, pari a 1,7 casi ogni 1.000 abitanti. Il 22,5% delle persone che vivono oggi in Piemonte con l’HIV/AIDS ha meno di 40 anni, le donne sono il 30% circa del totale, e gli stranieri sono il 18%.
Nel 2011, le nuove diagnosi di infezione da HIV sono state in totale 262, le diagnosi di malattia (AIDS) sono state 68; si registra un calo di 37 casi rispetto all’anno precedente. Gli stranieri rappresentano il 34%. E’ ancora molto alto il numero di persone che arrivano troppo tardi alla diagnosi e rischiano di compromettere il successo delle cure. Nel 2011, il 36% delle persone con nuova diagnosi di HIV ha effettuato la diagnosi in ritardo. Tra gli stranieri il ritardo è più frequente (38%) rispetto agli italiani (32%).
I dati riportati descrivono gli andamenti e le caratteristiche delle nuove diagnosi di infezione da HIV diagnosticate in persone prese in carico dai Centri di Malattie infettive del Piemonte. Le stime dei casi prevalenti per anno di osservazione si riferiscono alle persone prese in carico almeno per un periodo dai Centri di Malattie Infettive e che risultano vive nell’anno e presenti in Piemonte.
Il ritardo di diagnosi è definito come diagnosi di infezione da HIV avvenuta in concomitanza con la diagnosi di malattia (AIDS) o in persone con già elevata compromissione del sistema immunitario (CD4 alla diagnosi ≤200 cells/μL).